sabato 30 ottobre 2010


CasaPound Avellino a difesa degli spazi sociali

Il Direttivo Provinciale di CasaPound Italia Avellino rivendica l’ennesima azione a difesa degli spazi sociali abbandonati dalle istituzioni e dimenticati dai politicanti di turno. L’associazione di promozione sociale irpina ha scelto, goliardicamente, la notte che precede Halloween per richiamare l’attenzione sulla vergognosa realtà di alcune zone del centro cittadino come l’asilo “Patria e lavoro”, il Mercatone e il Parco della Memoria, di Via Morelli e Silvati.

Sono state esposte le famose zucche arancioni, scheletri e spettri posti all’esterno delle strutture per evocare, simbolicamente, gli spiriti di queste aree regalate ai vandali e devastate dall’incuria.
I tre punti scelti rappresentano a nostro avviso- dichiarano i militanti di Cpi -gli emblemi della malapolitica avellinese, figlia di approssimazione programmatica delle varie fazioni partitiche e della lenta, macchinosa, stagnante burocrazia.

CasaPound Avellino esige che i lavori vengano portati a termine e gli edifici siano funzionali per la comunità: “Partiamo dall’importante asilo Patria e Lavoro, inaugurato oltre un anno fa (24-09-2009) in pompa magna dal Sindaco Galasso, che non è mai stato utilizzato e aperto al pubblico nonostante la ristrutturazione dopo trenta anni di oblio- analizza Criscuoli -. Continuiamo e arriviamo al Mercatone di via Ferriera da tempo fatiscente, che doveva rinascere e diventare un riferimento per il commercio cittadino, eppure oggi resta ancora in disuso. Infine, il Parco della Memoria, dedicato all’irpino Giovanni Palatucci, che per CasaPound Avellino rappresenta un problema più volte affrontato, anche dal punto di vista prettamente istituzionale, purtroppo ancora non risolto, visti i continui danneggiamenti per la scarsa illuminazione.

Il Presidente Provinciale Valerio Criscuoli afferma che “la provocazione goliardica della scorsa notte è l’ennesimo grido d’allarme lanciato nei confronti di un intero sistema che appare lontano dalle tante problematiche sociali e giovanili, nonché schiavo di una classe politica vecchia e decrepita. Avellino e l’Irpinia vivono giorni difficili e ora, più che mai, sentiamo l’esigenza di svolte concrete e durature per la nostra amata città, non delle classiche apparizioni pre elettorali fini a se stesse”.
Il Direttivo Provinciale
CasaPound Avellino

martedì 26 ottobre 2010




Perché piace CasaPound

Il romanzo "Nessun dolore" di Domenico De Tullio fa discutere. Perché il centro sociale dell'estrema destra romana è diventato un grande punto di riferimento per migliaia di ragazzi e ragazze che si affacciano alla politica, nelle scuole e nei quartieri delle capitale. Tra musica indipendente, case occupate e richiesta di giustizia sociale

E' stato presentato venerdì 22 ottobre a Roma il romanzo "Nessun Dolore" (Rizzoli), di Domenico Di Tullio, avvocato e militante di Casa Pound, centro sociale e associazione culturale dell'estrema destra (prima romana, oggi nazionale). Casa Pound è appunto al centro del libro di De Tullio e ne racconta la storia attraverso i protagonisti. Pubblichiamo qui di seguito la recensione del sociologo Emanuele Toscano, che per due anni ha studiato il fenomeno di Casa Pound realizzando una ricerca etnografica di prossima uscita

Ci si chiede, spesso, come abbia fatto CasaPound a costruire così tanto in così poco tempo. Ce lo chiediamo spaesati a sinistra, per quello che valgono le etichette di appartenenza, ma è per capirci. Se lo chiede – sono sicuro – il variegato mondo del neofascismo italiano, disorientato da tanta irriverenza guascona e dall'idealtipo del "fascista del terzo Millennio" così lontano dai codici interpretativi e culturali da loro fino ad ora utilizzati.

Chi sono, e perché hanno tanto successo questi nuovi fascisti italiani? Da dove viene questo movimento che occupa case, chiede giustizia sociale, suona e produce musica indipendente?

La risposta, fulminante e senza possibilità di replica, si trova in "Nessun Dolore", romanzo scritto da Domenico Di Tullio, che di CasaPound è l'avvocato e militante di vecchio corso.

Un'auto-etnografia romanzata della realtà politica e culturale rappresentata da CasaPound, vista attraverso gli occhi, il sudore, il corpo, l'entusiasmo di due generazioni di militanti: i più anziani, quarantenni, e le nuove leve del Blocco Studentesco, l'organizzazione giovanile di CasaPound.

Attraverso l'intreccio delle storie di vita vissute dai protagonisti, l'autore racconta di una comunità uscita allo scoperto, dopo anni di ghetto culturale e politico, svincolatasi dal confino in cui era stata e si era rinchiusa. E che si presenta oggi con il suo miglior biglietto da visita: il riff sudato e distorto, scanzonato e tagliente di una canzone degli ZetaZeroAlfa, capace di aggregare giovani liceali figli della Roma bene e rudi ragazzi cresciuti negli scantinati adibiti a palestre delle periferie della Capitale.

L'immagine che il libro restituisce del gruppo umano che anima e alimenta CasaPound è una fotografia di ragazze e ragazzi sorridenti, di corpi tatuati e muscoli scattanti, di nervi tesi e sudore, di vita agiata e di spazi conquistati a forza, di valori in cui credere e di una perenne volontà di superarsi, di dare il massimo e subito dopo ancora di più.

Senza cadere in tentazioni di autoreferenzialità, la narrazione è un viaggio in una realtà che grida con forza e gioia la sua presenza nel mondo e il suo volersi riprendere tutto. Una realtà coesa e massiccia come una falange oplitica, in cui però nessuna individualità si diluisce nel tutto, ma rimane se stessa, rivendica con il suo esserci la propria appartenenza.

Questa rivendicazione della propria unicità individuale, che accresce un soggetto collettivo senza perdersi in esso, trova espressione e affermazione nella dimensione della fisicità e della corporeità. Mettere in discussione il proprio sé nel processo di affermazione della propria soggettività individuale implica al contempo l'esporre a dei rischi il proprio sé corporeo. Ciò avviene nella convinzione che il lavoro su sé e sui propri limiti non può non riguardare anche la dimensione della propria corporeità.

E' qui che si ritrova la palingenesi del Fascismo del terzo millennio: così come il pogo dei punk inglesi metteva in crisi le forme classiche del ballo nel rock, allo stesso modo la cinghiamattanza attraverso il ballo esaspera e rappresenta - per i militanti di CasaPound - aspetti fondamentali dell'esistenza: la vitalità, il gioco, la lotta, contrapposti a un modello culturale dominante e imposto che ha con il corpo "un rapporto complessato, paranoico, decadente".

Un libro che risponde quindi ai molti che si interrogano – con un approccio non pregiudiziale - sull'ascesa ed il successo di CasaPound.

di Emanuele Toscano

tratto da: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/perche-piace-casa-pound/2136993/13

mercoledì 20 ottobre 2010





CasaPound Avellino, fiume Fenestrelle: aspettiamo la tragedia?

Il Direttivo Provinciale di CasaPound Italia e di Avellino Non Conforme sollecita sia l’amministrazione comunale di Atripalda sia quella di Avellino per la vergognosa situazione del fiume Fenestrelle e dei suoi affluenti, che dopo le analisi tecniche effettuate sono ufficialmente una discarica a cielo aperto per l'alto tasso di inquinamento riscontrato. I militanti avellinesi hanno accolto le vibranti proteste dei cittadini irpini, in attesa da oltre dieci anni per una pulizia al letto del fiume in questione, visti i quintali di detriti e rifiuti che hanno innalzato il livello del fiume.
Infatti, lo scorso 31 luglio, dopo le forti piogge estive, il Fenestrelle è tracimato in Via Pianodardine(proprio a confine tra i due comuni), fuoriuscendo dagli argini, alti oltre 2 metri, allagando un podere agricolo, uccidendo animali, trascinando con sé immondizia, rifiuti solidi e danneggiando un’officina meccanica.
Tuttavia, solo per puro miracolo nessun cittadino ha subìto danni fisici. Successivamente, gli addetti ai lavori hanno rimosso i detriti più ingombranti, trasportandoli dal fiume sul ponte. Purtroppo, dal 31 luglio giacciono lì, senza che nessuno abbia ultimato le operazioni necessarie per una bonifica degna di tale nome.
Il presidente provinciale Valerio Criscuoli dichiara agli organi di stampa che “la situazione è paradossale, perché né il Comune di Atripalda, né quello di Avellino intervengono nell’area e qualcuno che si interessa lo fa per tornaconti politici, non per risolvere subito la questione. La condizione igienica e idrogeologica è molto pericolosa per i residenti e per le attività commerciali. Non si possono attendere le prossime inondazioni per intervenire".
Infine, Criscuoli sollecita le istituzioni: "CasaPound Avellino chiede, a chi di dovere, l’immediata bonifica del fiume Fenestrelle e più controlli incisivi dei vari affluenti che sono diventati, per i privati e le ditte della zona, una facile discarica abusiva, senza controllo per l’ambiente e per l’incolumità della popolazione”.
Il Direttivo Provinciale
CasaPound Avellino

giovedì 7 ottobre 2010


La ‘doppia giustizia’: è questo il tema scelto da CasaPound Italia per inaugurare il nuovo ciclo di conferenze di via Napoleone III dopo la pausa estiva.
Ospiti nella sede centrale di Cpi a Roma la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, il fratello di Gabriele Sandri, Cristiano, il direttore del 'Secolo d'Italia' Flavia Perina e l’avvocato Domenico Di Tullio.
L’appuntamento è venerdì 15 ottobre alle 21 a CasaPound, in via Napoleone III 8, a Roma.

sabato 2 ottobre 2010



CasaPound Avellino: operai-manichini all'ingresso dell'FMA

Il direttivo provinciale annuncia agli organi di stampa che nella notte i militanti dell'associazione di promozione sociale CasaPound Italia Avellino hanno impiccato, simbolicamente, decine di manichini con dei cartelli appesi al collo all'ingresso dello stabilimento Fiat di Pratola Serra e nei pressi dell'Unione degli Industriali del capoluogo irpino.

"I manichini- afferma Valerio Criscuoli, presidente provinciale di CPI - rappresentano i nostri operai, le cui famiglie costrette da tempo a fare i conti con situazioni economiche sempre più insostenibili, subiranno a breve la cessazione del regime straordinario di cassa integrazione precipitando nel baratro".

"Già alcuni mesi fa- continua Criscuoli - CasaPound Italia si fece promotrice di un'iniziativa su tutto il territorio nazionale, in Irpinia ad Avellino e Cervinara, contraria alle politiche di delocalizzazione volute dalla dirigenza della multinazionale torinese, con uno slogan forte, ma incisivo: la Fiat odia l'Italia. E' giunto il momento che tutti i Sindacati e le Istituzioni prendano una posizione netta contro queste scelte scellerate. Noi siamo al fianco del proletariato italiano e continueremo la nostra battaglia per il diritto al lavoro, contro il precariato e le continue morti bianche sul lavoro".
Il Direttivo Provinciale
CasaPound Avellino