domenica 18 maggio 2008

Dramma nazionale: la Campania sotto il giogo dei rifiuti

Nel discorso in cui ha chiesto la fiducia alla Camera per il suo governo, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha di nuovo affrontato lo spinoso problema dell’emergenza rifiuti:

“Lo scandalo dei rifiuti non smaltiti deve finire e finirà - ha detto - nessun grande Paese può vivere a lungo con questa situazione”.

Dello stesso avviso il neo ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che ha invocato un non meglio specificato “patto con la popolazione” per risolvere l’emergenza spazzatura in Campania. Nelle intenzioni dell’inquilino di Arcore c’è quella di presentare, nel corso del primo consiglio dei ministri, un piano Marshall per le bonifiche dei territori colpiti dall’emergenza rifiuti, operazione che sarà affiancata alla liberazione delle strade dall’immondizia. Paolo Russo, esponente Pdl, già presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, fa sapere in concreto le caratteristiche di questo piano esponendone i punti salienti:

“Uno dei pezzi importanti dell’intervento sarà il Piano Marshall delle bonifiche, una vera e propria azione etica, non solo per ripulire il territorio ma anche per riconciliare i cittadini con le istituzioni. A questo scopo si pensa di coinvolgere le migliori esperienze nazionali e internazionali, mettendo in campo il meglio che esiste nelle accademie, nelle scienze e nelle imprese, sotto il profilo della conoscenza e del know how”.

E si fa strada anche l’ipotesi di un ritorno in campo di Guido Bertolaso.
L’ex commissario straordinario, uscito di scena nel 2007 in seguito alle proteste e agli scontri con l’allora ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, sembra il più accreditato a concorrente alla nomina, nell’ambito del nuovo governo Berlusconi, di sottosegretario con delega all’emergenza rifiuti.

Intanto, si è concluso con un niente di fatto la riunione del consiglio comunale della città partenopea. Nell’antica fortezza in cui tornava a riunirsi il Consiglio a due anni dal trasferimento nella nuova sede di via Verdi assediata da oltre un migliaio di persone giunte dalla periferia a nord di Napoli, pressata dalle proteste dei cittadini del quartiere popolare di Chiaiano, area scelta dai tecnici del supercommissario De Gennaro per l’insediamento di una discarica nelle cave tufacee della zona e da quelli dei comuni limitrofi di Marano e Calvizzano, il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, ha fatto un po’ come Ponzio Pilato: se ne è lavata le mani.

Andrò da De Gennaro a dire che la discarica di Chiaiano non è condivisa non solo dalla gente ma anche dalla maggioranza del Consiglio Comunale. Chiederò di esplorare tutte le altre alternative”, ha detto il sindaco in chiusura di seduta prendendo atto di una volontà del Consiglio diversa dalla sua.

Di fronte ad un’ipotesi diversa dalla prima su Chiaiano - ha ricordato ricostruendo la cronistoria della vicenda - quella formulata all’epoca dal commissario Pansa, ho detto che poteva essere percorribile l’idea di una discarica realizzata a determinate condizioni e a patto che fossero rispettati taluni requisiti e tutte le garanzie per la salute della gente. Ho espresso un parere, non un assenso che non conta nulla. Ma siccome sono portatrice del parere del Consiglio comunale - ha aggiunto - dopo aver ascoltato gli interventi di oggi, è chiaro che l’assemblea ha ribadito la sua contrarietà alla discarica di Chiaiano. A questo punto l’opinione del sindaco viene ad essere scavalcata da quella del Consiglio al quale il sindaco si adegua con cultura democratica”.

Ha poi rassicurato i cittadini di Chiaiano presenti in aula:
“Farò l’impossibile perché si arrivi a una soluzione condivisa da tutti e nell’interesse della città - ha esordito nella replica - ma perché Napoli esca dal problema ci sto pure a fare da capro espiatorio, ma fino ad un certo punto. Il commissariato di governo non ha bisogno del consenso del sindaco per fare o non fare una cosa”.

Un modo come un altro, da parte del primo cittadino, di prendere tempo, di nascondere le proprie pesanti responsabilità delegando ad “altri” decisioni scomode ed impopolari. Intanto, la situazione sul territorio con il passare delle ore diventa sempre più pesante.

Le temperature salgono e per strada marciscono migliaia di tonnellate di spazzatura.
Il sistema di smaltimento e, dunque di raccolta, resta ancora fragile ed inadeguato.
E basta davvero poco per bloccarsi.
Anche se gli impianti di Cdr, combustibile derivato dai rifiuti, se si esclude quello di Casalduni, nel beneventano, sono tutti in funzione, il problema maggiore riguarda lo stoccaggio: il sito di Marigliano è saturo, quello di Pianondardine è sotto i sigilli della magistratura che non si è ancora pronunciata sul suo possibile dissequestro.

Il commissariato è alla disperata ricerca di un’area dove stoccare provvisoriamente i cumuli di spazzatura, in attesa dell’apertura della contestatissima discarica di Savignano Irpino, in provincia di Avellino, prevista per fine mese.


tratto da: http://www.rinascita.info
autore: Nando De Angelis



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