giovedì 28 febbraio 2008

domenica 24 febbraio 2008



A volte succedono cose assurde. Prendete come esempio questa intervista, datata quattro dicembre 1999, rilasciataci da Marcello De Angelis dopo una conferenza/dibattito “Sulle orme del Capitano a cento anni dalla nascita di CZ Codreanu (1899/1999)”.

Doveva essere pubblicata sul primo numero di OF, ma dopo una manciata di giorni il nostro paese venne travolto e stravolto da una maledetta alluvione. L’intervista cadde nel dimenticatoio. L’abbiamo rispolverata perché crediamo sia interessante da analizzare, a distanza di tempo...

Tante cose sono cambiate, da quel giorno...

Buona lettura…

D- La distanza tra la base militante ed i politici è incolmabile?
R- No, non è incolmabile. Però, ovviamente chi deve fare un passo in avanti è la classe politica del partito (AN) perché la base militante segue esempi che devono fare i politici. Non c’è oggi quel contatto diretto che c’era negli anni passati. E’ sicuramente un problema che può creare degli equivoci. E’ indubbio che c’è stata un’immissione nel nostro ambiente di giovani che pensano più al carrierismo che alla militanza, problema che ci dovremmo porre tutti.

D-Sopravvivranno le ideologie nel duemila?
R- Le ideologie, come noi le abbiamo conosciute nel novecento non hanno ragione di sopravvivere. Soprattutto per la loro caratteristica di essere delle ricette uniche, che teoricamente dovrebbero valere per tutti quanti. Paradossalmente io penso che nel secolo che sta cominciando, al contrario di tutti quanti pensano, ci sarà una globalizzazione; nel senso che tutti la penseranno alla stessa maniera e compagnia bella. Ma proprio per la morte delle ideologie si ritornerà a prendere in considerazione ognuno il dato oggettivo in cui crede. Per cui rinascerà l’importanza dell’appartenenza ad un popolo, ad una nazione ed in particolare al legame con il territorio.

D- Azione Giovani in realtà cos’è e chi rappresenta?
R- Ah! Eh Beh, è una domanda difficile... Io penso che AG si stia chiudendo sempre più in se stessa e che abbia una gestione sempre più settaria e di conseguenza non credo sia una ricetta vincente.

D- E’ vero che AREA, in alcune realtà d’Italia, destabilizza Alleanza Nazionale?
R- No, è vero che Area in alcune realtà è ingiustamente vista come una rivista che attacca, che critica la dirigenza del partito, che vuol fare discorsi settari o correntizi. Il che è assolutamente falso.

D- E’ giusto vergognarsi del passato e cancellare i ricordi per farci accettare, tra virgolette, dal sistema?
R- Il problema del passato, secondo me, è posto male. Ritengo che le ascendenze storiche del nostro movimento vadano trattate come le ascendenze familiari. Io ho un profondo affetto, rispetto e una quasi venerazione per mio nonno e vivo nel Suo ricordo, per quanto non vado a fare celebrazioni particolari sulla sua tomba. Ma soprattutto il problema che mi pongo adesso è di vivere all’altezza di quello che lui è stato nel suo tempo e non andrei mai in giro vestito come lui…

D- Perché i nostri libri hanno prezzi elevati e sono mal distribuiti?

R- Esattamente per quello che hai detto: siccome c’è una distribuzione molto povera, di conseguenza c’è un pubblico ridotto, si vendono meno libri. Quindi il costo per unità d’ogni pubblicazione è più elevato di quello che può essere il prezzo della Mondadori, della Feltrinelli o della Rusconi. Se noi leggessimo di più e facessimo comprare di più i nostri libri ad amici e familiari di sicuro scenderebbero anche i prezzi dei libri.

D- Perché non li regala AREA questi libri?

R- Perché Area li dovrebbe comprare per regalarli e così noi non avremmo i soldi per la tipografia...-

D- Ci saranno futuri Evola, Pound, Codreanu nel nuovo millennio?

R- Beh, il millennio è lungo, dura dieci secoli e spero che ci siano nuovi Evola, Pound, Codreanu, nuovi Buddah… Insomma il millennio dura mille anni e può succedere di tutto, e spero che succeda. Immaginarsi altri dieci secoli come quest’ultimo decennio che abbiamo vissuto è una bell’istigazione al suicidio!

D- Col tornare delle Brigate Rosse è possibile una rinascita dell’“Estrema Destra”?

R- Dunque, l’estrema destra intesa nel senso denigratorio, usato dai giornali, può rinascere solo ed unicamente per volontà di chi vuole un contraltare per ridurre l’importanza del ritorno delle B.R. e che ha bisogno di nuove trame nere per nascondere le magagne del potere. Io ho l’impressione che questo qui si stia verificando. Temo che questi signori siano aiutati un po’ dall’ingenuità d’alcuni settori del nostro ambiente e “nostro ambiente” in senso ampio, ovviamente.

D- La musica alternativa perché riscuote ancora successo, nonostante sia merce rara ed estremamente diffusa male?
R- Perché probabilmente, come giustamente diceva Codreanu “il canto è il messaggio più immediato, arriva direttamente al cuore, nel quale ci si può riconoscere più facilmente che in un libro o di sicuro in un programma elettorale. Il fatto che gli stessi prodotti circolino da vent’anni, devo dire che è una cosa bella. Però non mi rende molto felice perché significa che i giovani non stanno producendo niente…

D- Cosa consiglia Marcello De Angelis a noi, militanti del duemila?

R- Marcello De Angelis si considera un militante del duemila, spero anche del 2100! La data anagrafica con la militanza non c’entra, perché io penso che sia una questione d’atteggiamento.

D- E’ importante anche l’esperienza!
R- Si, ma l’esperienza spegne l’entusiasmo, mentre invece i giovani dovrebbero avere più entusiasmo. Credo che purtroppo adesso proprio con queste prospettive di carriera si sia perso l’entusiasmo che viene dalla militanza come servizio, cioè del fare una cosa perché è giusta e non perché porta profitto. Se i giovani riuscissero a ritrovare quell’entusiasmo ciò diverrebbe contagioso. Sveglierebbe la leadership del partito.

D- Oggi e giusto definirsi neofascisti?
R- No, neofascisti è un termine sbagliato. Essere fascista è essere qualcosa con dignità. Essere neofascista è scimmiottare senza diritto quello che altri hanno fatto con sacrificio, meritando la gloria. Io ho sempre avuto un certo fastidio per quelli che girano con le decorazioni, con le fibbie dei combattenti che magari sono morti sacrificandosi 40-50 anni fa.

D- E’ una questione di moda?
R- No, non è moda. E’ mancanza di rispetto. Lo scimmiottare esperienze dolorose passate, secondo me, non è né una moda né semplicemente atteggiamento folcloristico. Ripeto: è veramente una mancanza di rispetto! Perché ognuno deve fare la propria battaglia e deve crescere sulla gloria guadagnata nel suo tempo, con il proprio linguaggio, e con il proprio sacrificio, non sulle glorie di quelli che hanno pagato in passato.

D-Infine, il domani appartiene ancora a NOI?
R- Penso che si dovrà chiarire il significato NOI e poi ne discutiamo.

D- Io parlo della base militante schierata con Area e la Destra Sociale.
R- Ma, uno deve andare avanti senza porsi il problema se il domani appartiene a noi o meno. Il dovere del Soldato è di fare al meglio il proprio dovere, non si deve interessare alla vittoria. Magari la vittoria, se ci sarà, avverrà tra duemila anni e noi non la vedremo, ma sarà stata procurata dai sacrifici che abbiamo fatto noi. Chissà…

Speriamo!

mercoledì 20 febbraio 2008



Manifesto del Futurismo
Le Figaro - 20 febbraio 1909
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.

Il coraggio, l'audacia, la ribellione,
saranno elementi essenziali della nostra poesia.



La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità penosa, l'estasi ed il sonno.

Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità.
Un'automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo...
un'automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia.

Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.

Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.

Non v'è più bellezza se non nella lotta.

Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro.

La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.

Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!

... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri.
Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.

Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei liberatori, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.

Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.

Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa:

canteremo le marce multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne;

canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che fiutano l'orizzonte, e le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

È dall'Italia che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologi, di ciceroni e d'antiquari.

Già per troppo tempo l'Italia è stata un mercato di rigattieri.
Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.


Filippo Tommaso Marinetti

domenica 17 febbraio 2008

Colpevoli OMISSIONI...

Pubblichiamo un intervento di Franco Ortolani, ordinario di Geologia dell’Università Federico II di Napoli, inviato al forum di discussione interna dell’ateneo e rifiutato dal “moderatore”, come racconta lo stesso docente in una mail diffusa in Rete.

Una censura che dimostra ancora una volta quanto sia spessa la cortina di silenzio che circonda la questione rifiuti in Campania.

Il professore non le manda certo a dire, chiamando in causa il mondo accademico napoletano che, irretito dalle promesse e dalle prebende della politica e dei poteri forti, si è reso di fatto complice delle nefandezze degli uomini della cupola politico-finanziaria campana.

“Sul territorio regionale - scrive il professore - sta succedendo di tutto, a causa dello scandalo rifiuti.

E che fanno le Università (Rettori, Senati Accademici, Presidi di Facoltà…)?

Ufficialmente fanno finta di non vedere e non sentire.
Eppure sanno che la Campania sta precipitando sempre più in basso.
Sanno che la nostra regione è stata ed è ancora “terra da sfruttare” da parte di voraci sanguisughe che per 14 anni hanno volontariamente fatto aggravare lo “scandalo rifiuti” in base ad azioni promosse da vari governi nazionali e locali che hanno agito come se fossero “agli ordini” di potenti imprese italiane.

Ad esempio, alcuni docenti erano componenti della commissione che ha aggiudicato l’appalto alle imprese del gruppo Impregilo-Fiat per la realizzazione dell’inceneritore di Acerra, quasi ultimato in un’area già caratterizzata da un inquinamento ambientale superiore a quanto previsto per legge (sarà praticamente impossibile, pertanto, farlo funzionare dal momento che sono state disattese le prescrizioni del 2005 della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente relative agli interventi da realizzare per diminuire l’inquinamento ambientale). Vari docenti, a titolo personale, si sono distinti per le loro collaborazioni ai Commissari di Governo assumendo anche incarichi di elevata responsabilità nelle costose ma infruttuose attività connesse al problema dei rifiuti.

Mentre si riscontra una disattenzione da parte dei vertici universitari, si registra una sempre crescente partecipazione alle vicende regionali da parte del personale dei vari atenei regionali, tra i più prestigiosi del Mediterraneo. C’è un desiderio sempre più sentito di contribuire istituzionalmente a risollevare la Campania.

Discutibili provvedimenti giuridici hanno mantenuto in vita il Commissariato Straordinario di Governo, vera e propria “isola franca” dove quasi tutto è stato possibile utilizzando le risorse finanziarie alimentate dalla tassazione dei cittadini. Come è possibile che una persona (il Commissario di Governo) possa eludere leggi dello Stato Italiano?

Come è possibile che i Governi Nazionali abbiano continuato a finanziare il Commissariato per 14 anni (e chissà ancora fino a quando) in nome di una programmata e istituzionalizzata emergenza? E’ stato tutto normale?

Come evitare simili deviazioni in futuro?

Può mai essere tollerata un’emergenza per un periodo superiore ad un massimo di 12 mesi?

Colleghi giuristi, a voi la palla. Per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti riciclati, dalla opzione “rifiuti zero” ai metodi di inertizzazione e incenerimento ormai consolidati, sicuramente gli ingegneri avranno già eseguito varie esperienze e altre sono in grado di avviare. Per quanto riguarda la pianificazione del territorio, credo che diversi piani sovracomunali siano stati calati in un ambiente “privo di rifiuti” e dei problemi reali ad essi connessi risultando così, astratti; non credo che abbiano considerato l’impatto socio-economico ed ambientale che, di fatto, sta determinando lo scandalo rifiuti. Una loro revisione ed adeguamento è cosa quanto mai necessaria! Rifiuti e salute dell’uomo, attualmente e nel futuro.

L’esperto di De Gennaro è venuto a spiegare quale sia, secondo lui, il reale stato dell’arte in Campania, dopo che il rapporto discarica-salute non è stato attentamente valutato attorno alla più grande discarica d’Italia (Pianura) da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Le varie Facoltà di Medicina e le strutture sanitarie regionali avranno certamente qualificati dati da esporre in modo da confermare o contraddire quanto asserito dal Dott. Greco. Discariche e attività agricole e zootecniche: che relazioni vi sono?

E’ normale che le pianure più fertili del Mediterraneo vengano disseminate di altre discariche, che quelle abusive non siano risanate e che le competenti istituzioni (civili e militari) non si siano ancora dotate di moderni ed efficaci strumenti di controllo satellitari in grado di monitorare H24 il territorio?

Le facoltà di Agraria e Veterinaria e di Scienze devono intervenire ufficialmente per fornire un quadro scientificamente corretto, per evitare errori di importanza strategica e dirompente per l’economia regionale. Discariche e ambiente: sembra un fatto normale che poche centinaia di metri sopra l’Oasi naturalistica di Persano e delle opere di prelievo idrico di 250 milioni di mc annui per l’irrigazione della Piana del Sele siano state realizzate ben due discariche regionali?

E che dire poi delle relazioni tra rifiuti e acque superficiali e sotterranee, specialmente nell’attuale periodo di transizione climatica?

Le Facoltà di Scienze possono fornire validi contributi atti a tutelare l’ambiente e le risorse naturali autoctone di importanza strategica. Non governo e malgoverno che in questi ultimi 14 anni hanno causato una devastazione circa le relazioni tra cittadini, amministratori locali e rappresentanti delle istituzioni sovracomunali nel senso che i campani non hanno più fiducia nei loro confronti. Si tenga presente che dopo 14 anni di Commissariato di Governo in Campania vi è una sola discarica attiva, a Macchia Soprana (Serre), fino alla prossima primavera. In Emilia Romagna, senza Commissario di Governo, vi sono 28 discariche attive.

Tale situazione rende, attualmente, difficilmente risolvibile una pacata soluzione dello smaltimento dei rifiuti. C’è un bel lavoro per i colleghi di Sociologia e Scienze Politiche, di analisi e didattica, prima di tutto nei riguardi degli amministratori sovracomunali. Tutti i colleghi universitari possono promuovere iniziative.

E’ evidente che un intervento ufficiale e autonomo delle università avrebbe un significato immenso: i cittadini avrebbero un riferimento scientifico, al di sopra di ogni interesse, che attualmente manca. Colmare questo vuoto sarebbe un contributo significativo per uscire dalla crisi regionale”.

Un’analisi lucida, accorata ma allo stesso tempo dura ed impietosa quella del professor Ortolani, che è anche un importante contributo scientifico su un tema che il mondo accademico colpevolmente continua ad ignorare.

tratto da:

www.rinascita.info

mercoledì 13 febbraio 2008


DITTATURA BANCARIA

Parliamo di SIGNORAGGIO. Lo facciamo nel modo più semplice possibile, cercando di portare fuori dai cassetti nei quali sono (volutamente) rinchiuse tutte quelle informazioni che costituiscono la base della schiavitù monetaria moderna. Chi detiene, con consapevolezza o meno le redini del sistema economico mondiale ha tutto l’ interesse affinché le masse restino nell’ ignoranza più assoluta e laddove, nella base si manifesti un certo interesse verso questo genere di tematiche, schiere di economisti e professori universitari (con consapevolezza o meno, nulla cambia ai fini del nostro discorso) sono subito pronti a rimescolare le carte in tavola sbandierando leggi economiche e teorie, che partono tutte da un unico postulato: la SUPREMAZIA DELL’ ECONOMICO SULL’ UMANO.

Rimandiamo per una efficace analisi del SIGNORAGGIO all’ottimo Euroschiavi (Della Luna Muclavez, Arianna Editrice), in questa sede ci interessa solo scoccare ardite frecce sul sistema-SIGNORAGGIO, ponendo quelle domande che fanno perdere il sonno e fanno recuperare la gioia di vivere e combattere.

1. I politici (tutti!) parlano di debito pubblico. Si parla di cifre. Noi demoliamo la base: se c’è un debitore (lo stato) ci deve essere un creditore. Con chi lo stato è indebitato? Con le banche. Non tutte chiaramente ma solo quelle che hanno azioni e partecipazioni nella banca di emissione (prima Bankitalia, ora Banca Centrale Europea). Questi enti NON SONO STATALI, ma prettamente privati ed operano come una normale SPA il cui obiettivo è aumentare i profitti.

2. La banca centrale emette CENTO euro. Le presta allo stato. Quest’ ultimo deve restituirli (e per questo motivo sono imposte tassazioni fortissime sui cittadini). Non solo, quando i soliti giornalisti parlano di TASSO DI SCONTO al 4% o al 3,5%, si dimenticano di dire che questi numeretti percentuali sono l’ interesse che lo stato paga sui CENTO euro iniziali. Quindi lo STATO dovrà restituire CENTO + il tasso di interesse. Lo stato diventa quindi DEBITORE. Non solo, se partiamo dal punto zero ci rendiamo presto conto di una CHICCA NIENTE MALE: Punto ZERO: CENTO euro della BCE allo stato. Quest' ultimo restituisce 104 euro...impossibile perchè gli altri 4 solo la banca può emetterli...quindi NON ESISTONO. Allora la BCE dice: non mi dai i CENTO ma solo il TASSO DI SCONTO...in eterno.

UN GATTO CHE SI MORDE LA CODA.

3. Se vi capita di dover ritirare dal vostro conto 5000 Euro, la vostra banca vi chiede tempo, giustificandosi con la necessità di difendersi dalle rapine. Palle, la banca non vi dà i 5000 perchè...non li ha. Entriamo quindi nel SIGNORAGGIO secondario: la banca può prestare NOVE volte ciò che possiede. La VOSTRA CARA BANCA presta quindi il NULLA o meglio crea ciò che non ha e presta ciò che non ha.

E ORA PROVATE A DORMIRE, SE CI RIUSCITE...O AGITE!


venerdì 8 febbraio 2008


Il termine "foiba" è una corruzione Una foiba istriana.dialettale del latino "fovea", che significa "fossa"; le foibe, infatti, sono voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d’acqua nell'altopiano del Carso, tra trieste e la penisola istriana; possono raggiungere i 200 metri di profondità.

In Istria sono state registrate più di 1.700 foibe. (Nella foto una foiba istriana).

Le foibe furono utilizzate in diverse occasioni e, in particolare, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale per infoibare (“spingere nella foiba”) migliaia di istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo propugnato da Josip Broz meglio conosciuto come “Maresciallo Tito”.

Nessuno sa quanti siano stati gli infoibati: stime attendibili parlano di 10-15.000 sfortunati. [una tragica contabilità]

sezione di una foibaLe vittime dei titini venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba; qui gli aguzzini, non paghi dei maltrattamenti già inflitti, bloccavano i polsi e i piedi tramite filo di ferro ad ogni singola persona con l’ausilio di pinze e, successivamente, legavano gli uni agli altri sempre tramite il fil di ferro. I massacratori si divertivano, nella maggior parte dei casi, a sparare al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri.

(Il disegno è tratto da un opuscolo inglese).


Nel corso degli anni questi martiri sono stati vilipesi e dimenticati. La storiografia, lo Stato italiano, la politica nazionale, la scuola hanno completamente cancellato il ricordo ed ogni riferimento a chi è stato trucidato per il solo motivo di essere italiano o contro il regime comunista di Tito.

tratto da: www.lefoibe.it

ONORE AI MARTIRI DELLE FOIBE!

TITO BOIA, INSIEME A TUTTI COLORO CHE VOGLIONO DIMENTICARE!

CMC 451

lunedì 4 febbraio 2008

PULIZIA!




IMMONDIZIARIO ITALIA S.P.A.

C’è una frase che puntualmente si ripresenta ogni qual volta questa benedetta Italia, viene travolta da uno scandalo.

Che figura ci facciamo con gli altri paesi.

E così in presenza di scioperi selvaggi, treni in perenne ritardo, tangentopoli, calciopoli, affittopoli (e tutti gli altri –opoli presenti e futuri)…ci sono sempre i soliti avvoltoi pronti a lagnarsi con il solito…che figura ci facciamo con gli altri paesi!

La tristezza aumenta se poi si considera che questa frase magica viene ripetuta a pappagallo per ogni occasione di protesta. Se oggi la Campania (e domani le altre regioni, nessuno è al sicuro!) sprofonda nella mondezza, la preoccupazione di governo, amministratori locali, ambientalisti, gente, è sempre la solita figura che facciamo con gli altri paesi.

In condizioni normali un popolo (che per essere normale deve avere coscienza nazionale e dello Stato), penserebbe alla figura che fa con se stesso!

Ma in Italia un popolo non esiste…e allora se la mondezza sommerge la Campania, tutti si preoccupano della figura che si fa con gli altri paesi, senza riuscire a campare di etica propria. Per questo motivo l’ emergenza rifiuti non finirà mai.

Manca l’ etica e allora il confine camorra/istituzioni è sempre più impreciso; i vari partiti pensano a elargire posti da (inesistente) spazzino ai gruppi che li hanno votati; ciascun paese vuole la mondezza dai suoi vicini e non in casa propria; le altre regioni dicono che la mondezza campana non la vogliono (dopo che per anni le imprese del nord hanno scaricato a Napoli); nei quartieri turistici la mondezza è un miraggio e in quelli periferici è la pulizia ad essere un miraggio; i napoletani urlano e imprecano e poi vanno ad applaudire le belle facce raccattavoti (e concediposti) di Fini e Casini, che si dicono sgomenti per una situazione che conoscono benissimo!

Intanto la mondezza cresce, brucia nelle strade e quelli che da decenni dicono che bisogna aumentare i consumi (e quindi l’ immondiziaio) stanno comodamente in silenzio lasciando che poveracci senza nazione continuino a scannarsi…per loro un Bassolino vale l’ altro.


Claudio Pizzi, www.avampostodicivilta.com

tratto da
http://canali.libero.it/affaritaliani/forum/emergenzanapoli020108.html?tbk=261440