lunedì 29 ottobre 2007


MARIO ZICCHIERI

Sei mesi esatti dopo la morte di Sergio Ramelli, quando sembrava già di aver toccato il fondo di ogni aberrazione nella violenza politica, arriva da Roma un'altra notizia shock.
E' il pomeriggio del 29 ottobre 1975 quando un gruppetto di ragazzi si accinge ad aprire, come tutti i pomeriggi, la sezione Prenestino del MSI in via Erasmo da Gattamelata. Stanno chiacchierando voltando le spalle alla strada quando arriva un'auto, un finestrino si abbassa, ne esce la canna segata di un fucile che esplode pochi, rapidi colpi, centrando in pieno il gruppo di ragazzi. La micidiale scarica di pallettoni uccide sul colpo Mario Zicchieri, detto "Cremino" per la sua corporatura esile, studente-lavoratore di 16 anni e ferisce Mario Lucchetti... 15 anni.
Così, sulla scena "politica" fa la sua comparsa per la prima volta il fucile a canne mozze di chiaro ascendente mafioso e la vile strategia omicida che ricorda i gangster americani degli anni 30.
Ma l'azione (lo si scoprirà quindici anni dopo a seguito delle confessioni dei brigatisti Seghetti e Morucci) era stata studiata a tavolino "per incutere timore ai militanti di destra i quali, nonostante le ripetute aggressioni subìte, non davano segni di cedimento".

Zicchieri è la più giovane vittima di quegli anni assurdi e ancora oggi vengono i brividi pensando che si era avvicinato alla destra solo da pochi mesi, sull'onda emotiva dell'uccisione di Mantakas.

Per lui non ci fu giustizia, come per la maggior parte dei camerati assassinati. Gli esecutori materiali del delitto sono ancora tra noi...


tratto da: www.lorien.it

Precisiazione della CMC 451...

I Camerati che onoriamo portano l'etichetta di "destra"...
Ma il concetto di "destra" è un qualcosa di troppo generico,
che rischia di confondere le idee.

GLI ASSASSINI AGIVANO PERò SOTTO IL NOME DI ANTIFASCISMO MILITANTE...
Ne riparlemo prossimamente, approfondendo lo spigoloso argomento...
GIUSTIZIA PER MARIO!


domenica 28 ottobre 2007

giovedì 25 ottobre 2007




L’editore di Libero si compra l’Unita’….ed il Segretario del PD rimane senza giornale..

che fine triste per l’unita’… l’editore di Libero e Riformista si compra l’Unita’ e la regala a D’Alema, in sintesi primo schiaffone per Ualter che contava sull’appoggio di Moratti e toti… fuori immediatamente i nemici di Massimo: PADELLARO,TRAVAGLIO E COLOMBO e come al solito allarme rosso al CDR ma leggiamo gli articoli: CDR IN ALLARME L’UNITÀ AD ANGELUCCI: BUFERA NELLA QUERCIA di Paolo Foschi per il “Corriere della Sera”

E' ora di dire basta!

E' arrivato il momento, come a evidenziato giustamente Tremonti, di adottare una politica che sia in funzione della «povera gente» che non riesce più ad arrivare alla terza settimana. E' arrivato il momento in cui la politica, la vera politica che si occupa della polis (e non del Partito democratico), dovrebbe andar dietro ai bisogni fondamentali del popolo, restituendogli tutto ciò di cui è stato ingiustamente espropriato in nome di una redistribuzione fittizia e di un ideologia anacronistica che si accanisce contro la proprietà privata, la fonte fondamentale della libertà di ogni cittadino.

http://www.silvioberlusconifansclub.org

Isola, Cecchi Paone torna a casa

Si ritira perché gli manca Internet

Cecchi Paone molla il colpo e si ritira ("mi manca internet"). Viviana lascia l'isola dopo il ballottaggio con Manuela Villa che resta sull'ultima spiaggia.

http://www.tgcom.mediaset.it

Adriano torna al gol
Inter in fuga: +5 sulla Roma#

Faticosa vittoria dei nerazzurri al Granillo. La decimata Reggina viene battuta nel primo tempo grazie a una deviazione del brasiliano su una punizione di Figo. Polemico l'attaccante che non stringe la mano a Mancini quando viene sostituito da Zanetti

Ultime Notizie

FINI, PER LEGGE ELETTORALE BASTA MODIFICARE UNA RIGA


(AGI) - Roma, 25 ott. - Il leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, ribadisce che "se si vuole cambiare la legge elettorale, basta decidere che il premio di maggioranza al Senato venga calcolato su base nazionale e non regionale, come avviene alla Camera

25 Ottobre 2007

Verso l'infinito e oltrehttp://www.beppegrillo.it/index.html


Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affermato che l' inchiesta Why Not deve andare avanti. Romano Prodi, presidente del Consiglio indagato, ha dato piena fiducia alla magistratura e elogiato Mastella.
CRONACA

L'episodio al classico Beccaria. Il bidello ha consegnato i fiori ad una ragazza
Il biglietto: "Grazie per la notte indimenticabile". La classe è scoppiata a ridere

Sospesi al liceo per un mazzo di rose
e un messaggio con una frase pesante

I ragazzi: uno scherzo come tanti altri, volevamo solo imbarazzarla
La preside: segnale forte voluto dai prof. I genitori: decisione immotivata


IL REGIME DEL NULLA AVANZA...













































































































































































































RIBELLATI.

domenica 21 ottobre 2007

Le Origini del Fascismo, edizioni Controcorrente

Le origini del Fascismo

 Questo non è un libro sul fascismo, ma del fascismo, nel senso che se il fascismo avesse potuto scrivere avrebbe sicuramente prodotto questo testo. Essendo una presentazione di se stesso, questo libro, promosso dal compianto Bruno Iorio ha il suo incipium nella definizione stessa di fascismo. Azzerando tutte le diatribe sull’ origine del nome, corrispondenti, grosso modo, ad una frigida operazione di incorporamento del fascismo in scatole chiuse e ideologiche, il fascismo dice di sé: derivo da Fascio, che a sua volta, significa un insieme di oggetti uguali, strettamente uniti e legati, così da sembrare un’ unico oggetto.
In una immaginaria intervista, la seconda domanda, sarebbe stata il classico come nasco. ORIGINI DEL FASCISMO sgombra il campo dai fraintendimenti: il Fascismo nasce come bisogno, nel clima di disintegrazione nazionale del post conflitto mondiale, di recuperare l’essenza primordiale di Uomo e Nazione. Non ci fu necessità di grossi proclami, in quanto uomini, di origine culturale differente, nazionalisti e soreliani, futuristi e anarco-sindacalisti, in una sola parola “spostati di tutte le tendenza intellettuali”, trovarono nell’ azione la loro unione. Azione prima intesa come reazione e poi come creazione del nuovo, avendo sempre come orion lo spirito agonistico della vita, che sarà il succo del fascismo. L’uomo come creatore del proprio destino, nella consapevolezza che il paradiso in terra costituisce una utopia da lasciare a marxisti e liberali di tutte le risme. Tra trincee, fiumanesimo, futurismo si afferma, nel caos del post-guerra, un nuovo spirito che affonda, le sue origini nelle componenti primordiali dell’uomo. Solo la comunione di tale spirito può spiegare il motivo per il quale uomini così differenti si trovarono sullo stesso fronte, senza troppe parole.

Per Benito Mussolini all’ inizio il Fascismo aveva bisogno di azione, e Azione fu. Il testo promosso da Iorio ripropone la Carta del Carnaro e La dottrina del Fascismo, documenti, che seppure, nelle loro differenze pratiche, affermano entrambe quell’ aspetto marziale, religioso, mistico di superamento degli angusti spazi dell’ italietta giolittiana. Benito Mussolini concretizzò quelle prime istanze che nel 1908 (quando lui era ancora un socialista) videro un Alfredo Oriani parlare di “uomo nuovo” per una “svolta epocale” dell’ Italia. Ma il Duce andò oltre, in pieno spirito fascista. Esaltazione della giovinezza, cuori d’acciaio, fuochi nella notte, adunate oceaniche, riscoperta della parte Sacra del popolo. Questi furono gli elementi inossidabili del Fascismo. Spirito da un lato e profondo realismo dall’ altro. Convinzione che gli immortali principi del 1789 vadano rigettati, non nel nome di un De Maistre, ma per creare qualcosa di nuovo. Lo strumento plasmatore fu individuato dal Fascismo nel primato dello Stato. Lo Stato crea l’ uomo nuovo fascista, uomo che sa riscoprire la sua indole e sa proiettarla in avanti e crea la Nazione. Da qui l’importanza assegnata da Mussolini alle adunate, dialoghi tra Stato e Popolo in marcia verso il nuovo.

Pregevoli nel testo della napoletana Controcorrente, i contributi su arte, urbanistica e bonifica integrale durante il Fascismo. Anche qui, si denota uno spirito nuovo. Soppressione dell’ ornamento inessenziale, fine a se stesso, copia trita di un passato che cercare di riproporre nelle sue forme esteriori, con zero contenuto, significa rendere ancora più decrepito; attenzione all’utilità, trasformazione del mattone in mezzo per riaffermare la marzialità, la potenza. Qui non c’è il ricalco, sarcastico dell’ arte imperiale romana, ma una concretizzazione, nuova, dello stesso spirito. Nel nuovo piano regolatore di Roma c’è condensato tutto il senso del Fascismo: i Fori, in posizione monumentale, come Patres che guardano i figli, costruire in posizioni nuove, sperimentare, rendere imponente, riattualizzare lo stesso spirito infangato dal marciume dell’ italietta. Quindi rifiuto del modernismo ma confronto serrato con il moderno. Non semplice devozione verso i Patres ma Azione nel loro solco, velocità.

Cuori uniti per realizzare un sogno, questo sono io, il Fascismo.

Un libro per sturarsi la testa.





tratto da:
www.avampostodicivilta.com

per acquistare il testo: cmc451@gmail.com

sabato 20 ottobre 2007

per NON DIMENTICARE la strage d'innocenti!!


Il 20 ottobre 1944 una formazione di aerei angloamericani B24 e B27 era in missione per bombardare le officine Breda e la stazione ferroviaria di Greco in prossimità di Milano. Era una giornata soleggiata, priva di foschia e di nubi, ma per un errore di calcoli gran parte degli aerei si trovò nell'impossibilità di colpire i bersagli strategici prefissati.
Nonostante la consapevolezza di ciò, alle ore 11,24 gli aerei, prima di rientrare, sganciarono comunque le bombe in una zona abitata e priva di ogni obiettivo militare. Uno degli ordigni esplosivi da 500 chilogrammi centrò la scuola elementare Francesco Crispi di Gorla (Milano) durante le ore di lezione mentre gli alunni stavano scendendo nel rifugio. Ci fu un'esplosione devastante che sventrò completamente l'edificio scolastico seppellendo sotto le macerie 232 bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, la Direttrice, 14 insegnanti, 4 bidelli e un'assistente sanitaria, da aggiungersi agli altri 480 morti di quel bombardamento.Come tante altre vittime degli Anglo-americani, i 184 bambini di Gorla sono stati vergognosamente dimenticati dalle sinistre e dalla destra "liberal-democratica " :« ...Per i milanesi il ricordo di questa giornata è abbastanza deformato: mentre sono stati del tutto dimenticati gli attacchi su Isotta Fraschini e Alfa Romeo,il bombardamento di Gorla è rimasto vivo nel ricordo degli abitanti del quartiere grazie anche al Monumento Ossario da loro fortemente voluto, ma in altre zone della città è un ricordo completamente rimosso, anche perchè nel dopoguerra, era un avvenimento scomodo da ricordare, essendo stato compiuto da quelli cheerano rappresentati come "liberatori".
Altre stragi di cittadini italiani, compiute dai "nazifascisti "erano più "politicamente corrette" da ricordare...»

Da: A. Rastrelli, Bombe sulla città. Gli attacchi alleati: le vittime civili a Milano, Mursia Editore, Milano 2000.

Erano le ore 11,24 del 20 Ottobre 1944 342 bombe da 500 libbre con la "missione" n.138-20 fecero questa "strage degli innocenti".
Nell'anno 1944, il 20 ottobre uno dei peggiori e cinici massacri nei confronti della popolazione civile di Milano. Mai in una città si pianse così tanto !In tale data appunto - erano le 11,24 - una formazione di circa 96 quadrimotori angloamericani si portò sulla città per colpire gli insediamenti industriali dove si temeva celassero produzioni belliche (BREDA, FALCK, PIRELLI, ALFA ROMEO e altri). Delle tre squadre che componevano il gruppo d'attacco la prima venne messa fuori gioco per un inconveniente tecnico, la seconda fu la sola che riuscì a colpire la BREDA mentre la terza, non si sa per quale motivo si trovò fuori rotta di 22 gradi; il comandante resosi conto troppo tardi aveva solo due possibilità: o proseguire in quella direzione liberandosi del carico in aperta campagna, oppure sganciare immediatamente sulla città il carico di morte, anche se sotto di lui non c'erano obiettivi militari ma solo abitazioni civili. Decise per la seconda soluzione, che era già cinica come scelta, e il destino volle che un grappolo di bombe centrò in pieno una scuola elementare dove si stavano svolgendo le normali lezioni, e che già al primo allarme le avevano appena interrotte per recarsi ai rifugi. Nel quartiere di Gorla quel giorno si contarono circa 703 vittime, tra questi quasi 200 bambini dai 6 agli 11 anni, dalla prima alla quinta elementare, unitamente ai loro maestri, e alcune mamme che, dopo il primo allarme, apprensive erano accorse con in braccio altri bambini, per condurli nei rifugi.
tratto da: http://www.tradizione.biz/forum

AttaCCO fUTUristA!

immagine tratta da: www.zentropa.info

per la notizia clicca su: http://www.presenzecaudine.net/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=1252&forum=18&post_id=5534#forumpost5534

giovedì 18 ottobre 2007

Luigi Ciavardini LIBERO!


Luigi Ciavardini, a mezzo dei propri legali, ha inviato un saluto a tutti i sostenitori del comitato "l'ora della verità":


"Voglio ringraziare tutti quelli che non si sono dimenticati di me.
Ogni giorno ricevo lettere di affetto che mi aiutano a reagire, con la dovuta compostezza, all'ingiustizia che sto subendo.

Desidero invitare chiunque creda in questa battaglia di verità, a non intenderla come un gesto di solidarietà personale nei miei confronti. Conoscere finalmente verità sulla strage di Bologna è un diritto di tutti gli italiani, non solo mio.

Credo che il nostro paese abbia bisogno di un grande impegno civile per una giustizia veramente giusta ed imparziale. La vicenda che mi ha visto protagonista, mio malgrado, è solo l'esempio lampante di un problema più ampio che continua ad affliggere la nostra società.

Le battaglie personali sono sempre limitate e forse anche sbagliate. Se ci sono persone come voi, che non sono disposte ad ignorare la condanna di un innocente, anche per me è possibile sperare in un'Italia più giusta.
Vi abbraccio tutti".

tratto da:
http://www.loradellaverita.org/

lunedì 15 ottobre 2007


Proponiamo ai nostri utenti, uno speciale sulla storia di Opposta Fazione, la voce che ci ha traghettato nella nostra vita militante, da AG alla Cmc451.

Partiamo da un presupposto: noi non crediamo che la cosiddetta cronaca pura serva a qualcosa al genere umano. Essa corrisponde grosso modo alle chiacchiere da corridoio o alle dicerie della portinaia. Per noi il riprendere determinate notizie, assume senso, solo se esse consentono specifiche riflessioni e valutazioni.

Opposta Fazione

Il Nostro primo numero sarebbe dovuto uscire nel dicembre del 1999. Ma tutto venne stravolto dall’alluvione che colpì Cervinara. Fummo impegnati in prima linea negli aiuti... Il progetto editoriale venne congelato. Opposta Fazione nacque tra Agosto e Settembre del 2001. Eravamo attivisti di Azione Giovani ed OF incarnava la voce della destra sociale e nazionalpopolare in Valle Caudina. In pratica AG “Sergio Ramelli” di Cervinara diffondeva le sue idee tramite un foglio controcorrente. L’impatto con l’esterno fu positivo. Il primo passo lascio' il segno nella nostra area politica...


11-settembre 2001.

L’inizio della fine. Viene diffuso un numero speciale sulla storica giornata che bagnò di sangue il suolo a stelle e strisce. Qualcosa si ruppe anche all’interno del nucleo di AG. Dopo questo numero ci fu una lunga pausa che ebbe come epilogo lo scioglimento del Nucleo “Ramelli”e del Dipartimento Valle Caudina di Azione Giovani. Quindi con la scomparsa di AG anche OF poteva ritenersi un progetto chiuso.

Attraversammo un momentaccio, per fortuna la sana voglia di lottare per la nostra Terra era piu' forte delle divisioni fra correnti e degli interessi di partito. Militanza non fa rima con partitocrazia...

Estate ‘02– Esplode all’improvviso il terzo lavoro. Otto pagine , 350 copie per far capire in giro che nonostante tutto la base militante era rimasta in piedi. Ottima la copertina che attirava tantissimi curiosi. La diffusione fu, volutamente, caudina. L’obiettivo di questo lavoro era semplice: distinguerci dalla destra bigotta e democristiana, non fermarci di fronte ad avversari che si trasformavano, camaleonticamente, in politicanti mercenari. Avevamo scelto la militanza alla poltrona. Semplice. Preferivamo l’ardita violenza culturale. OF si dichiarava aperiodico controcorrente nazionalpopolare. AG si fermava. OF non mollava...

Natale ‘02– La Befana ci portò il carbone. Noi, per ripicca, fotocopiammo in proprio, un numero speciale di OF.

Come al solito la diffusione era gratuita, come la discussione costruttiva. Ospitammo delle penne dall’esterno, con molto piacere, consapevoli di stravolgere gli stereotipi che ci etichettano come brutti fanatici, razzisti, intolleranti,assassini e violenti.

Oddio, non siamo l’Azione Cattolica, ma nemmeno il male assoluto della societa'!

Suvvia, ci paragonate alle banche!

OF era contro l’apparire.

Preferiva essere differente. Non si allineava a nessuna linea.

Sopravviveva...




2003-2004:Trentadue pagine di lotta. Nuovo formato, tantissimo impegno e parecchie soddisfazioni. Siamo “cani sciolti” che sentono l’esigenza di ricompattare il branco. Il nostro punto di partenza è la Comunità Militante Caudina. E’ l’inizio di una metamorfosi politica. Lenta. Trasformare un nucleo di giovani attivisti in una comunità militante era il nostro impegno. L’apparente confusione era il sintomo di quel cambiamento interno che ci ha caratterizzato. Vitale l’apporto alla causa di militanti extracaudini. Finalmente un momento di crescita e di confronto...



venerdì 12 ottobre 2007

informAZIONE!



Telefonini-tumori, il collegamento esiste






Roma - Si affrettano a spiegare che sono comunque necessari ulteriori approfondimenti, ma la notizia che i ricercatori dell'Università Medica svedese di Orebro hanno lanciato ieri nel Mondo è esplosiva: a loro dire esiste una relazione evidente tra uso dei cellulari e possibilità di sviluppo dei tumori, un rapporto causa-effetto che fino ad oggi nessuno studio aveva esplicitato con certezza.


Adnkronos, che
ha diffuso in Italia la notizia, sostiene che i ricercatori guidati dal professor Lennart Hardell abbiano spiegato come l'uso intensivo del telefono cellulare per un periodo di tempo prolungato, superiore ai 10 anni, raddoppi il rischio di sviluppare tumori come il glioma e il neuroma. L'agenzia di stampa si riferisce in particolare a quanto pubblicato dagli scienziati sulla rivista Occupational Environment Medicine, dove si parlerebbe di una meta-indagine, ossia di una valutazione di 18 diverse ricerche sul tema, "11 delle quali - scrive l'Adn - riferivano risultati ottenuti con osservazioni a lungo termine, di oltre 10 anni". È valutando quei dati, dunque, che sarebbe emersa la relazione causa-effetto, dove le persone "che usano il cellulare per almeno 10 anni corrono un rischio 2,4 maggiore di sviluppare neuromi acustici", e 2 volte superiore di incappare in gliomi. Nel primo caso si tratta di tumori benigni che attaccano il nervo uditivo, nel secondo si tratta di patologie maligne ben più invasive e di difficile estirpazione.


Così come è riportata, la notizia non
sembra confermata dall'Hindustan Times, secondo cui non si sarebbe trattato di una meta-indagine ma di una ricerca vera e propria condotta su 1.429 soggetti colpiti da tumori al cervello benigni e maligni e su un campione di 1.470 persone in salute che vivono in Svezia. La diversa impostazione non cambia alcune delle conseguenze dello studio. Il giornale indiano spiega come gli scienziati ritengano che i telefonini possano rappresentare un rischio soprattutto per chi abita nelle zone rurali, dove cioè la potenza del segnale viene aumentata per compensare la distanza dalle stazioni base di telefonia mobile. Hardell, secondo il Times, avrebbe dichiarato: "Abbiamo riscontrato che il rischio di tumore al cervello è più elevato per chi vive in campagna piuttosto che in città. Più forte il segnale, maggiore il rischio".

Su una cosa, peraltro, le due versioni concordano, che i rischi sulla salute non possano essere evidenziati prima dei 10 anni di utilizzo intenso. Dello studio esiste peraltro una terza versione
pubblicata dall'agenzia sudafricana News24, secondo cui Hardell&C. avrebbero spiegato come l'analisi di studi precedenti dimostri "un percorso chiaro di aumento di rischio per neuroma acustico e glioma". La novità, rispetto alle altre "versioni" citate, è che il rischio sarebbe maggiore sul lato della testa che si usa abitualmente per parlare al cellulare. News24 conferma peraltro che di meta-indagine si sia trattato e spiega come questi risultati siano dovuti proprio alla possibilità concessa da questo studio di vedere le cose dall'alto e analizzare le evidenze emerse in numerose diverse tipologie di ricerca.


E Hardell proprio a questo attribuirebbe l'assenza fin qui di una correlazione certa tra cellulari e rischio tumore. A suo dire gli studi precedenti non hanno seguito quanto accadeva per un tempo sufficientemente lungo. "Ma ora è passato abbastanza tempo da quando i cellulari sono stati introdotti - sostiene il giornale sudafricano - per analizzare i rischi dell'uso del cellulare per 10 anni o più, un periodo di tempo che viene ritenuto un minimo periodo ragionevole per valutare il rischio".Secondo l'Adnkronos, infine, Hardell avrebbe dichiarato che "questi risultati sono di grande rilevanza ma saranno sicuramente necessari ulteriori approfondimenti".

Secondo News24, invece, gli approfondimenti saranno necessari "perché un aumentato rischio anche per altri generi di tumori non può essere escluso". Due affermazioni dalle conseguenze evidentemente molto diverse.

lunedì 8 ottobre 2007

Perchè 451...














In moltissimi ci hanno chiesto il perchè di 451, noi vi rispondiamo così...

Riflettete...


Questo romanzo fantascientifico è ambientato in una società futura in cui gli incendi vengono appiccati sui libri, perché considerati nemici di una società tecnocratica il cui scopo è “tutelare ogni minoranza” reprimendo ogni cosa che possa indurre la gente a migliorare il proprio status intellettuale e propugnare certe idee: infatti queste potrebbero portare tali “minoranze” ad aggredirsi tra di loro rendendosi quindi meno controllabili da parte del governo.
Ray Bradbury immagina così questa società, in cui l’uomo vive per nulla di più che essere bombardato da pubblicità e da una valanga di informazioni provenienti dalla TV: all’interno di essa ci viene presentato il personaggio Guy Montag, pompiere “incendiario”, che anziché spegnere gli incendi, li appicca, quindi un vero e proprio servo del sistema. Gli basta l’incontro con una strana ragazza, simbolo della sua coscienza, che di lì a poco comincia a farsi sentire, per cominciare a dubitare di sé, e del proprio modo di vivere. Si rese ben presto conto che non era felice, che non aveva mai capito chi fosse, che non poteva continuare a lasciarsi intontire ed omologare. Accanto a lui ci viene rappresentata la moglie Mildred, come la classica persona schiava di un modo di vivere comune a tutti, senza la volontà di farsi domande, che sentiva di poter esistere in pace nel proprio materialismo. Lo stesso anche molti altri in questa società “futura”, in cui per sentirsi vivi si ha bisogno di provare emozioni forti come sfrecciare in auto la notte oppure distruggere macchine in appositi luoghi, dove si potevano sfogare i propri istinti.
Montag si rese ben presto conto che nei libri poteva cercare risposte, in quanto essi rappresentavano persone, cioè coloro che li avevano scritti e il loro messaggio che hanno voluto lasciare al mondo. Proprio per questo cominciò a leggerli clandestinamente e quindi a conservarli. Significativo per lui è stato anche l’episodio di un’anziana signora che ha deciso di morire assieme ai propri libri, poiché per lei la cultura era fondamentale. L’autore ci presenta anche un altro personaggio che merita importanza, il professor Faber, uomo di cultura che si sarebbe voluto opporre al sistema, ma non lo ha fatto per paura personale. Lui è appunto il simbolo dell’uomo spaesato, che ha bisogno di essere incitato per spendersi per una causa. E Montag infatti dovette minacciarlo per convincerlo ad associarsi con lui per poter ristampare libri.
Questa scelta rivoluzionaria del protagonista non poteva passare inosservata. Il suo capitano, uomo di cultura, ma servo del sistema, cominciò a sospettare di lui: la moglie stessa aveva paura, così un giorno decise di denunciarlo. Montag, messo agli arresti riuscì a fuggire uccidendo il proprio capitano, ma divenuto una volta per tutte un nemico della società dovette fuggire nelle foreste dove trovò i nomadi, persone coltissime anch’esse costretta a fuggire. Tra queste vi era il professor Granger, che accoglierà Montag calorosamente e gli regalerà un insegnamento significativo: la società umana è come una Fenice, dopo un po’ di tempo si autodistrugge, per poi rinascere dalle proprie ceneri. Per questo loro, nel “nuovo Medioevo”, dovranno tornare, in quanto le persone avranno di nuovo bisogno di loro per capire chi sono e per essere guidati.
Nel frattempo era scoppiata una guerra e la popolazione rimase indifferente nelle proprie case: tutti seguivano in TV la “caccia all’uomo”, tutti non si aspettavano che la guerra potesse riguardarli da vicino, abituati a vedere la realtà solo filtrata attraverso uno schermo. Così la città fu ridotta ad un cumulo di macerie e di lamiere e lì la guerra finì all’istante. La società cittadina era distrutta. Il “nuovo Medioevo” cominciato. Motivo era per Montag e per i nomadi di tornare, per ricominciare il nuovo Medioevo.
Non si può affatto dire che i contenuti di questo libro non siano attualissimi. La nostra società “democratica e liberale” non ha fatto altro che insegnarci a perderci nell’universo materialista: basti pensare ai giovani, senza idee, il cui unico scopo è divertirsi mangiare è dormire. Necessario è prendere spunto e capire l’importanza della cultura: importante è avere propri pensieri e portarli avanti. L’insegnamento di Bradbury deve essere ascoltato.


tratto da: http://www.identitario.net/


domenica 7 ottobre 2007

Alea Iacta Est



















Segnaliamo ai nostri utenti l'interessante discussione che si sta sviluppando sul Forum di Presenze Caudine e salutiamo la nascita di un nuovo blog cervinarese, quello dell'Azione Cattolica Sant'Adiutore.

Presenze Caudine.net
http://www.presenzecaudine.net/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=1210&forum=18&post_id=5262#forumpost5262

Azione Cattolica Sant'Adiutore Cervinara
www.blog.libero.it/Incammino/












CAUDIUM - Notizie dalla Valle e dintorni

Cervinara: Comunità Militante Caudina 451 per l’ambiente


venerdì 5 ottobre 2007

ONORE A NAZARENO DE ANGELIS!


NANNI



di Marcello de Angelis

C'era un grande guerriero,

con lo sguardo sereno

che giocava con te.

Combatteva
senz'armi,

era senza cavallo,

ma è lo stesso per te.

Ora è partito,

ma ritornerà,

tornerà quando tu chiamerai.

Ora è partito,

ma se lo vorrai

tornerà quando sogni da te.

Era forte, era grande.

ma non era cattivo,

lui correva con te.

C'è chi è cattivo e ha paura

di chi è troppo forte

e paura non ha.

Nanni è partito

a combattere chi

vuole un mondo

dove il gioco non c'è.

Nanni è partito,

ma ritornerà,

tornerà quando tu chiamerai.

L' orco lo fece prigioniero

e una porta per scappare

lui non la trovò

e allora divenne un uccello

e attraverso le sbarre
nel cielo volò.

Nanni è partito,

ma ritornerà,

tornerà quando tu chiamerai.

Nanni è partito,

ma se lo vorrai

tornerà quando sogni da te.





I video della canzone citata e due versioni di Piccolo Attila, scritta da Gabriele Marconi:

http://www.youtube.com/watch?v=Yeiqyye-8mE



http://www.youtube.com/watch?v=34y0tqhVJpE&NR=1



http://www.youtube.com/watch?v=XdhqZ1VQ7iA

mercoledì 3 ottobre 2007


CERVINARA (AV).
Comunità Militante Caudina 451
in campo per l’ambiente.
Attualità, Mercoledì 3 Ottobre 2007 - 8:34.

Comunicato Stampa 03/10/07

Oggetto: Comunicato stampa 031007/451

I manifesti comparsi in questi giorni a Cervinara, a firma della locale sezione di Alleanza Nazionale, dedicata al mai dimenticato Preside Gerardo Brevetti, ci lasciano letteralmente increduli e ci spingono ad una riflessione sul nuovo fronte ambientalista locale. Il testo “pro ambiente” diffuso è un chiaro appello, partitico e non politico, che mette in luce tutte le differenze tra noi, promotori del Movimento Caudino No Amianto, ricordiamo aperto a trecentosessanta gradi, e chi vuole fare facile politica per l’interesse di un partito di qualunque schieramento o fazione.
Da una parte sembrerebbe che i Fini boys si siano svegliati dal letargo politico, che dura da un bel pezzo, e all’improvviso abbiano preso a cuore la tematica ambientale. Sarà casuale?
Guarda caso, proprio qualche giorno prima, la Cmc451 ha presidiato la zona del Parco San Vito in via Variante, dove sorgono le case popolari, a ridosso di un’enorme quantità di amianto, abbandonato in condizioni pessime (vedi foto su
www.noamianto.blogspot.com).
Degli esponenti del suddetto partito neanche l’ombra. Come del resto di tantissimi concittadini ed associazioni. Ovviamente, quel giorno è stato importante perché si è mosso il primo passo del Movimento Caudino No Amianto, che ha iniziato una battaglia contro quel maledetto materiale nocivo per la salute dei cittadini e dichiarato fuorilegge dal 1992…
Il problema ambiente è serio e non ci interessa puntare l’indice contro quel gruppo, partito o associazione. Non è il caso dividere le forze e impelagarci in diatribe futili e controproducenti.

Noi continuiamo per la nostra strada e siamo entusiasti delle adesioni giunte fin ora, che chiaramente sono in costante crescita e ideologicamente variegate. Sappiamo benissimo che la famosa logica disfattista, la mancanza di organizzazione, il pessimismo cronico e l’apatia diffusa sono una miscela capace di spezzare le gambe a qualsiasi forma di vita sociale. E’ ancora molto forte la rabbia per lo sgretolamento del Comitato a difesa della Valle Caudina, sorto dopo la notizia dell’energizzazione dell’elettrodotto Matera Santa - Sofia di Maddaloni.
Questa esperienza ha evidenziato la mancanza di un coordinamento efficiente.

Non servono a nulla le varie recriminazioni o le accuse di rito. Dopo le nostre dimissioni irrevocabili dal Comitato, da quel preciso momento, abbiamo scelto di proseguire la lotta a difesa dell’ambiente con più tenacia ed ardore.
Urlando un sincero e deciso “me ne frego” verso chi rema contro o non rema affatto.
Gli schiavi del Regime del Nulla non sono solo nostri nemici, bensì il cancro della società!

La battaglia è iniziata e finirà, in questo caso, solo quando l’ultimo pezzo di amianto sarà eliminato!
Qui c’è in ballo il futuro delle nuove generazioni, la salute della nostra terra e nessun partito o schieramento può permettersi di usare un problema così grave che colpisce tutti/e, indipendentemente dalle tessere di partito che uno ha in tasca…

I nostri inviti alla partecipazione, alla collaborazione e all’adesione sono stati lanciati in ogni direzione, dai Verdi, che sono come i cocomeri verdi fuori e rossi dentro, all’Area Critica Comunista di Rifondazione, fino ad arrivare alla stessa Alleanza Nazionale, passando per tutte le associazioni laiche e cattoliche impegnate in zona.

Quindi è palese la nostra piccola ambizione di lavorare insieme, senza paraocchi o pregiudizi, per la Comunità e allo stesso tempo combattere contro qualsiasi forma di sciacallaggio partitico. Inoltre, abbiamo aspettato che finisse la legittima manifestazione estiva “Ciaoestate07” per continuare a diffondere il nostro stile non conforme che ci caratterizza. Senza entrare in polemica con nessuno. Non attacchiamo chi ha scelto altre strade. Abbiamo altri obiettivi e vogliamo portarli avanti con un discorso alternativo ed aperto a qualsiasi forma di dialogo, lo ripetiamo, se non fosse chiaro a qualcuno.

La Comunità Militante Caudina 451 invita:

· Le istituzioni a completare la rimozione totale dell’amianto.
· Tutti i partiti a non speculare su tematiche del genere e a collaborare come cittadini onde evitare spiacevoli equivoci.
· Le associazioni culturali e di beneficenza ad aderire al Movimento Caudino No Amianto, affinché si possa allargare il fronte unitario di lotta e difesa dell’ambiente.

Direttivo Comunità Militante Caudina 451

martedì 2 ottobre 2007

Musicalternativa...


Ci sono canzoni che sono più che canzoni, strofe e testi che hanno scritto una pagina della storia del nostro Paese meglio di mille libri.

"Generazione '78" è una di queste canzoni, il manifesto di una generazione (quella che ad essa dà il titolo) intesa forse -ci piace pensarlo- non solo in termini biologici ma anche ideali, nel senso di quelle "idee da me difese" così mirabilmente tracciate con stile impersonale da Julius Evola nei suoi scritti, le idee che in un modo o nell'altro molti ancora oggi cercano di difendere nel buio assoluto di un'età senza senso.


Allora forse è anche a questi "molti" che nel '78 erano bambini, o che come chi scrive nemmeno erano nati, che si rivolge in parte questa canzone di Francesco Mancinelli, di cui a seguire riportiamo il testo (il brano è ascoltabile in homepage: cogliamo l'occasione per ringraziare Francesco di averci accordato il permesso di pubblicarla sulla piattaforma myspace, con la precisazione che "in ogni caso Generazione '78 appartiene al mondo della militanza, appartiene alla storia delle "piccole tempeste d'acciaio", e non a me").


"Generazione '78"

da Cantieri Ruggenti, Area 2000


E ti svegli una mattina e ti chiedi cosa è stato,

rigettare i tuoi pensieri sulle cose del passato,

prendi un fazzoletto nero che conservi in un cassetto.

Cominciava tutto un giorno, forse un giorno maledetto,

frequentando certa gente di sicuro differente,

è un battesimo di rito con il fiato stretto in gola,

quando già finiva a pugni sui portoni della scuola,

e inciampare in un destino che ti cresceva dentro da bambino,

ed un ciondolo d'argento che ti tieni intorno al collo,

odio e amore per cercare di capire una logica ideale,

una logica ideale a cui ciecamente credi.

E tua madre piange sola e ti osserva dietro i vetri,

perché sa che non perdona questa guerra,

perché sa che non ha pace la sua terra

Un partito, vecchia storia, un'eredità che scotta,

nell'ambiguità di sempre come un senso di sconfitta,

e ignorare circostanze, giochi assurdi di potere,

che ne sai di quel passato di nostalgiche illusioni,

di un confronto che da sempre si è attuato coi bastoni?

E sentirsi viver dentro, a vent'anni, all'occasione,

per cercar di dare un senso alla tua Rivoluzione.

Poi una sera di gennaio resta fissa nei pensieri,

troppo sangue sparso sopra i marciapiedi
e la tua generazione scagliò al vento le bandiere,

gonfiò l'aria di vendetta senza lutto, né preghiere,

su quei passi da gigante, per un attimo esitare,

scaricando poi la rabbia nelle auto lungo il viale,

fra le lacrime ed i vortici di fumo,

da quei giorni la promessa di restaretutti figli di nessuno.
Pochi giorni di prigione ti rischiarano la vista,

dimmi, come ci si sente, con un'ombra da estremista?

Cosa provi nelle farse di avvocati e tribunali?

Ed Alberto che è finito dentro l'occhio di un mirino,

la Democrazia mandante, un agente l'assassino.

E Francesco che è volato sull'asfalto di un cortile,

con le chiavi strette in mano, strano modo per morire.

Braccia tese ai funerali ed un coro contro il vento,

"oggi è morto un Camerata ne rinascono altri cento".

E il silenzio di un'accusa che rimbalza su ogni muro,

questa volta pagheranno te lo giuro
Poi la sfida nelle piazze ed i sassi nelle mani,

caroselli di sirene echi sempre più lontani,

quelle bare non ancora vendicatele ferite quasi mai rimarginate.

Ma poi il vento soffiò forte, ti donò quell'occasione,

di combattere il sistema in un'altra posizione,

tra la fine del marxismo e i riflussi del momento,

costruire il movimento tra le angosce dei quartieri.

Ed un popolo, una lotta chiodo fisso nei pensieri
e generazioni nuove in cui tu credevi tanto.

Poi quel botto alla stazione che cancella tutto quanto.

E al segnale stabilito si da il via alla grande caccia,

i fucili che ora puntano alla faccia,

le retate in grande stile dentro all'occhio del ciclone,

tra le spire della santa inquisizione.

Poi le tappe di una crisi, di una storia consumata,

di chi trova la sua morte armi in pugno nella strada,

di chi viene suicidato in una stanza di chi scappa

di chi chiude nei cassetti anche l'ultima speranza.

E ti svegli una mattina, sulle labbra una canzone,

e l'immagine si perde sulla tua generazione,

quei ragazzi un po' ribelli un po' guerrieri,

che hanno chiuso nei cassetti e dentro ai cuoritanti fazzoletti neri.




ASCOLTALA!