lunedì 1 febbraio 2010

LE OCCUPAZIONI DI CASAPOUND E
LA SCOMPARSA DEI LEONCAVALLIN
I


Il blitz dei giovani di estrema destra* al parco Palatucci ha riacceso i riflettori sulle strutture pubbliche abbondonate in città.
Bene hanno fatto, dunque, i ragazzi di «Casa Pound» a rimarcare, con una provocazione futurista, le responsabilità del Comune: è stato lasciato per anni nel degrado un complesso che avrebbe dovuto svolgere un ruolo di aggregazione, ma che è diventato, invece, un ricettacolo d'immondizia, un terreno di caccia per i vandali e un precario rifugio per sbandati. Messi doverosamente tra i cattivi gli inquilini di piazza del Popolo, bisogna, però, sottolineare il fatto che alcune tematiche sociali, come quella dei cosiddetti «spazi da riconquistare», una volta erano di stretta pertinenza della sinistra, soprattutto di quella extraparlamentare (parola ormai démodé), mentre oggi sono più i giovani del polo opposto ad aver voglia di battagliare, di buttarsi nella mischia, di sperimentare una politica movimentista. Viene da chiedersi: che fine hanno fatto i leoncavallini avellinesi, quelli che, una quindicina di anni fa, okkuparono il fatiscente cinema Eliseo? Forse sono impegnati ad organizzare qualche convegno sul futuro della sinistra. O sono reduci dall’ultimo interpartitico. Oppure, per dirla con Venditti, sono finiti in banca pure loro. Ma rimaniamo nell'ambito delle strutture pubbliche. Mentre ce ne sono di nuovissime che hanno tutte le «carte in regola» per trasformarsi in scatole vuote (villa Amendola, Eliseo e asilo Patria e Lavoro) e altre morte ancora prima di nascere (autostazione), quella più tristemente famosa, la madre di tutte le strutture abbandonate, continua ad esercitate il suo fascino perverso. Stiamo parlando del mercatone di via Ferriera, sul quale da almeno vent'anni amministratori, architetti e intellettuali, stanno impunemente almanaccando. L'ultimo a intervenire è stato il professor Raffaele Rauty, uno dei cinque saggi del piano strategico. Secondo il cattedratico, il mercatone dovrebbe diventare una cittadella sociale. Idea saggia? Chissà. Non dimentichiamo, però, che in passato c'è chi ha proposto (ed è ancora sulla piazza) di trasformare il mercatone non nel solito parcheggio multipiano o in un banale centro direzionale, ma addirittura in una moschea o in una casa di piacere sul tipo di quelle di Amsterdam. E se lasciassimo il mercatone così come è, sul modello del memoriale della pace di Hiroshima? Tra cinquant'anni i posteri potranno giudicarci per quello che eravamo.
Nel Pd irpino sembra che tutti vogliano fare il consigliere regionale. Certo, a via Tagliamento hanno letto l'editoriale di Galli della Loggia sulle assemblee elettive senza potere, ma non se ne crucciano più di tanto. L'importante è conquistare la poltrona con relativo stipendio da favola, auto di servizio, benefit et cetera. Gli aspiranti sono talmente numerosi, che forse si ricorrerà alla primarie per risolvere i problemi d'abbondanza. Molti sono perplessi (a quando le primarie anche per il centralinista?), ma sta passando questo messaggio: chi vuole la consultazione dei militanti è buono, chi non la vuole è cattivo. I bersaniani, però, recalcitrano: il partito non può diventare un votificio, i dirigenti debbono assumersi le proprie responsabilità. Ma sta proprio qui il busillis: il Pd irpino non ha una vera classe dirigente, capace di far valere le proprie scelte.
E, quando il leader non c'è, i topi ballano.

di Nicola Battista
fonte: Il Mattino ed. Avellino del 30/01/2010

*La definzione usata nell'articolo, "Estrema Destra", NON ci appartiene.
Vi invitiamo, quindi, a leggere il nostro manifesto politico "ESTREMOCENTROALTO".



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