o2 o8 1980
STRAGE DI BOLOGNA
VITTIME INNOCENTI
COLPEVOLI DI COMODO
LA STRAGE NON è FASCISTA!
LUIGI CIAVARDINI LIBERO SUBITO!
STRAGE DI BOLOGNA
VITTIME INNOCENTI
COLPEVOLI DI COMODO
LA STRAGE NON è FASCISTA!
LUIGI CIAVARDINI LIBERO SUBITO!
2 AGOSTO 2007
Tra le solite polemiche, e la pedissequa ripetizione degli slogan cerimoniali, si sta esaurendo il ventisettesimo anniversario della strage di Bologna.
Il disgusto che proviamo ci ha indotto a non prendere parte ad un dibattito privo ormai di significato.
C’è una differenza profonda, rispetto al passato. Questa volta non si tratta di un gioco, astratto e furbesco al contempo, animato dai partiti per imporre una ricostruzione storica degli anni di piombo, a proprio uso e consumo.
Oggi c’è un innocente in carcere, una persona condannata ingiustamente alla morte civile. Si chiama Luigi Ciavardini. Le strade della sua adolescenza furono tragiche ma non incrociarono mai, neppure per un attimo, la via disumana dello stragismo.
La storia, ormai, la conosciamo sino in fondo e nessuno può più permettersi di barare.
Tutti hanno capito che Massimo Sparti fu un finto testimone, falso come il tumore che non ha mai avuto e che gli regalò una scarcerazione impossibile nei paesi realmente civili. La vergogna non si archivia.
Resta un verdetto impresso sulla carta ed un fiume di parole sempre più vane.
Tra poche ore, gli animi più agitati si scorderanno di 85 vittime innocenti, saltate in aria senza che nessuno ci abbia spiegato le ragioni.
E tacerà chi oggi ha ripreso fiato, raccontando ai più sprovveduti che gli attentati degli anni di piombo servivano per favorire colpi di stato o rivolgimenti autoritari. Degenerazioni del sistema politico che, caso strano, non sono mai accadute. Tesi interessate, divulgate da chi ha voluto ed è riuscito a banalizzare quell’anomalia che ha distinto l’Italia da tutti gli altri paesi avanzati: le stragi.
Forse perché, chissà, gli attentati hanno sempre raggiunto l’obiettivo prefisso da chi li aveva compiuti. Destabilizzare il nostro paese. Chi e perché che ce lo dovrebbero spiegare quanti all’epoca rappresentavano le istituzioni.
Ma qualcuno già domani tornerà a pensare al suo squallido business, altri cercheranno di risolvere i propri problemi di coscienza illudendosi che la ragion di stato, in fondo, ha diritto di deroga agli stupidi interrogativi morali. E Ciavardini, tutto sommato, da ragazzino era stato comunque un poco di buono.
Siamo sinceramente schifati ma per nulla rassegnati. Stiamo insieme a Luigi, mai come ogni 2 agosto.
Tra le solite polemiche, e la pedissequa ripetizione degli slogan cerimoniali, si sta esaurendo il ventisettesimo anniversario della strage di Bologna.
Il disgusto che proviamo ci ha indotto a non prendere parte ad un dibattito privo ormai di significato.
C’è una differenza profonda, rispetto al passato. Questa volta non si tratta di un gioco, astratto e furbesco al contempo, animato dai partiti per imporre una ricostruzione storica degli anni di piombo, a proprio uso e consumo.
Oggi c’è un innocente in carcere, una persona condannata ingiustamente alla morte civile. Si chiama Luigi Ciavardini. Le strade della sua adolescenza furono tragiche ma non incrociarono mai, neppure per un attimo, la via disumana dello stragismo.
La storia, ormai, la conosciamo sino in fondo e nessuno può più permettersi di barare.
Tutti hanno capito che Massimo Sparti fu un finto testimone, falso come il tumore che non ha mai avuto e che gli regalò una scarcerazione impossibile nei paesi realmente civili. La vergogna non si archivia.
Resta un verdetto impresso sulla carta ed un fiume di parole sempre più vane.
Tra poche ore, gli animi più agitati si scorderanno di 85 vittime innocenti, saltate in aria senza che nessuno ci abbia spiegato le ragioni.
E tacerà chi oggi ha ripreso fiato, raccontando ai più sprovveduti che gli attentati degli anni di piombo servivano per favorire colpi di stato o rivolgimenti autoritari. Degenerazioni del sistema politico che, caso strano, non sono mai accadute. Tesi interessate, divulgate da chi ha voluto ed è riuscito a banalizzare quell’anomalia che ha distinto l’Italia da tutti gli altri paesi avanzati: le stragi.
Forse perché, chissà, gli attentati hanno sempre raggiunto l’obiettivo prefisso da chi li aveva compiuti. Destabilizzare il nostro paese. Chi e perché che ce lo dovrebbero spiegare quanti all’epoca rappresentavano le istituzioni.
Ma qualcuno già domani tornerà a pensare al suo squallido business, altri cercheranno di risolvere i propri problemi di coscienza illudendosi che la ragion di stato, in fondo, ha diritto di deroga agli stupidi interrogativi morali. E Ciavardini, tutto sommato, da ragazzino era stato comunque un poco di buono.
Siamo sinceramente schifati ma per nulla rassegnati. Stiamo insieme a Luigi, mai come ogni 2 agosto.
tratto dal sito www.loradellaverita.org, che consigliamo agli amanti della verità.
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